Proponimento di BARATTO DOMESTICO.
Dogma valido dal 2014 e per tutti gli anni a venire.




Rispettato ospite, ho progetti ambiziosi nella ventura pratica della Panificazione.

Per le mie elaborate sperimentazioni ho bisogno della tua presenza, per condividere assieme i piaceri familiari del sacro desco.

La preparazione di una Pizza richiede condotte meticolose e tempi prolungati, insignificanti se paragonati al vassoio di pastarelle o ai cioccolatini con l’incarto raffinato che acquisti un attimo prima di raggiungermi a casa.

Quando ti elargisco l’invito e tu lo accetti, significa che sei tu l’oggetto del mio interesse e quindi non hai bisogno del convenevole di portarti appresso un pensierino sbrigativo.

Te lo dico con estrema chiarezza: sticazzi del tuo omaggio.

Lo so che quando si viene invitati, c’è il rito del padrone di casa che ti proclama “ma nooo, non dovevi…”, quelli però sono i padroni di casa che conosci te, mentre se t’invito io, sappi che i marron glacé nella confezione sigillata che mi porti, li regalerò a mia volta alla vicina di casa con la glicemia a diecimila.

Per cui arrivo al dunque.

Se vieni invitato a mangiare la mia pizza, è ovvio che dovrai portare qualcosa. Ma dovrà essere qualcosa elaborata da te. Qualunque essa sia, che quando crei sai di farlo col massimo impegno e con tutto l’amore e lo zelo possibili.

Non hai tempo perché hai lavorato tutto il giorno? Non è un mio problema, preparati una poesia da recitare o una musica country da strimpellare, ma qualunque roba presenterai, dovrà lasciare di sasso i tuoi vicini commensali.

Come faccio io con le mie pizze.

E sai perché succede questo? Perché io ci metto dedizione e offro i miei servigi agli altri con la stessa scrupolosità di quando le cose le preparo per me.

Quindi, si trattasse anche di un uovo bollito o di una spremuta d'arancia, la prossima volta stupiscici, prezioso amico ospite.


Kurando.
Febbraio 2014.

Giano Zafferallo. Gambero Bronx. Fabio Di cesidio.