Quintali di buona pizza a Roma d’estrazione casertana. Dei quartieri più affollati, periferici o problematici della Capitale, Tor Bella Monaca ha la particolarità di somigliare per architettura a molte altre zone dell’hinterland romano. Sì, perché in tempi di aperture forsennate in aree popolari, rurali o chic, l’iter contemporaneo da seguire per una pizzeria che vuole starci dentro è sempre il medesimo e quindi s’assiste all’inaugurazione in pompa magna di un locale accattivante, ben frequentato e dal design impeccabile. Che poi la pizza servita al tavolo sia un portento della natura o un fallaccio a gamba tesa ai danni del buon gusto, è un problema che viene posto solo in un secondo momento. Ai Quintili invece accade l’apoteosi dell’opposto. Così, mentre cerchi un parcheggio per farti la tua mangiata serale, in lontananza vieni catturato dalle vetrate di una specie di stanzone illuminato a giorno, numerose teste chine sui piatti nell’atto di pasteggiare con gaudio, spoglie pareti bianche e tavolini spartani collocati dove trovano spazio. Una volta adagiati su frugali sediole e superato l’impatto sonoro dovuto al rimbombo della caciara circostante, le proposte del menù e un personale premuroso ti mettono subito nella condizione di papparti almeno due pizze. Cosa che avverrà nel migliore dei modi e che renderà lieto il viaggio di ritorno verso casa. Lo stile proposto della pizza è quello della consistenza soffice su cornicione maggiorato all’inverosimile. Topping d’alta qualità dispensati generosamente. Preparazione dei fritti inappuntabile. C’è anche il tempo d’incrociare Marco Quintili, complimentarsi con lui e scambiarci qualche chiacchiera. Prevedendo un futuro professionale radioso e l’avviamento di pizzerie che in altri quartieri richiederanno una diversa impostazione strutturale, il desiderio più forte è che la sede in questione di via San Biagio Platani resti così com’è: brulla, animata dagli autoctoni che beneficiano dello spirito conviviale del contesto e retta dall’unico punto inamovibile che rimane la bontà dell'offerta. Altro auspicio, è che una realtà del genere riesca a scardinare l’attitudine stanziale del romano, che abitando in una città smisurata e caotica, preferisce restarsene in zona o tutt’al più avvicinarsi ai luoghi d’aggregazione in centro. E poi diciamocela tutta, ammazzando sul nascere ipocrisie e buonismi, ma
Tor Bella Monaca per molti romani è come l’Uomo nero per i ragazzini. Per tastare il polso dei preconcetti e dei timori, chiudo col più efficace dei tripadvisor, che sono i commenti a caldo nei gruppi dei miei amici tramite smartphone. «Per gli amanti della pizza napoletana vorrei segnalare un locale spartano (tinteggiatura bianca, nessun quadro, tavoli di nonna), non silenzioso, in zona residenziale Tor Bella Monaca, dove abbiamo avuto modo di gustare un ottimo prodotto, accompagnato da fritti molto gustosi.» «Ammazza, fino a Torbella siete arrivati? Ma come avete fatto?!» «Abbiamo preso Italo al 50% di sconto.» «Forte. Io ci andrò a breve, sperando che non mi fottano la Kia nuova.» «Ecco. ll solito cliché sul quartiere difficile e abbandonato dalle istituzioni ma che sa offrire anche angoli validi come i Quintili. Pfui! Alzate quelle vostre chiappe flaccide dal divano e fatevi una mangiata come si deve. Non ve ne pentirete.» Kurando. Luglio 2018. Giano Zafferallo. Gambero Bronx. |
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