PIZZE IN BOCCA.
Il locale del Dottor Kurando.





PIZZE IN BOCCA!
Esatto.
Così, secco sparato!

Dovessi aprire una pizzeria entro due ore, la sola certezza che avrei - nell’oceano di faccende burocratiche da sbrigliare - sarebbe il nome dell’insegna luminosa.

PIZZE IN BOCCA.
Sbam!

Col cliente timoroso che prima di entrare dà una guardata all’interno per capire che aria tira.

E infatti ad attenderlo a braccia conserte troverebbe uno staff composto di soli nerboruti che trasudano arti marziali e risse per futili motivi. Ma in realtà una volta varcato l’ingresso, la banda di apparenti balordi dispenserebbe cortesia, erudizione e pizze carezzevoli il palato.

Che bello.

Insomma mi sono sbilanciato rivelandovi il mio sogno. E sappiate che il primo che utilizzerà PIZZE IN BOCCA per il suo locale senza dirmelo, dovrà vedersela con me, sfidandomi a prese dell'orso in un luogo impervio alle cinque di mattina.

Tornando sul binario della razionalità, conferire un nome adeguato al proprio locale è la base per chiunque intendesse avventurarsi in una professione del genere.

Perché parliamoci chiaro, nei nostri agglomerati urbani le strade sono stracolme di pizzerie e leggere sempre e solo PIZZA & KEBAB appiattisce l'acume di noialtri cittadini.
Ma allo stesso tempo affondare troppo il pedale nel proprio estro, può dar vita a imbarazzanti mostri di comicità involontaria. E a saper maneggiare gli impasti ma non l'ironia, si finisce sempre allo stesso modo: uno punta all'umorismo raffinato dei Monty Python, ma non essendo capace, s’infogna nel sarcasmo scorreggione alla Neri Parenti.
E infatti mentre giro in automobile sovrappensiero, vedo sfilare insegne ordinarie (Pizza e Pani) frapposte a frasi immaginifiche degne della storica rubrica Botteghe Oscure di Cuore, Settimanale di Resistenza Umana!

Sfogliando quelle gloriose paginette di giornale e restando nell'universo dell’Arte Bianca, potrei citare SCELTA DI PANE... SCELTA DI VITA..., PUNTO E PASTA, IL PANETTAIO, finendo col supremo PETER PAN PER FOCACCIA.
Ma anche gli altri esercizi commerciali mica scherzano.
Robe tipo MOBIL DICK, JOHANN SEBASTIAN BAR, METTI L’ARTE NELLA CARNE, LUSSODENT, MINESTROTECA, PIG… MAGLIONE, AGENZIA FUNEBRE INFINITY.

Capito come?

E come il buon Cuore m'ha insegnato, è giunta in me la necessità di segnalare le insegne più stronze o più interessanti dedicate al mondo della panificazione. Insomma, quelle che colpiscono maggiormente la mia delicatissima sensibilità...



***


Una cosa è certa.
Al quartiere casilino di Roma i suoi abitanti non si moriranno mai di fame.
C'è talmente tanta offerta di roba da mangiare che ci si sfama già solo a leggere le insegne.

Così capita che fra duemila negozi tutti uguali che propongono pizza, sbuchi fuori...



Che in finale niente di che. Non gli si darebbe una lira in apparenza.
Se non fosse che CHE PIZZA ha lo stesso significato ambivalente della mia pizzeria immaginaria Pizze in bocca.
Ossia, Che pizza in quanto "Che palle", ma anche Che pizza! come a dire "Tiè, senti che robetta sopraffina che ti ha cucinato zio!"
Ci sarei pure entrato a mangiarmi un trancio, ma ormai tutti quelli che dichiarano esclusivamente le ore di lievitazione del proprio impasto e nulla più, io li snobbo a prescindere.



Poi vabbe', degno di nota spicca sempre l'immancabile negozio che vende cose... tipo Bar, Tabacchi, Casalinghi, Abbigliamento quello che ti pare, seguito dalla fantastica sillaba E puntini di sospensione...

Bla bla bla Eeeeeeee...

Pane.. Pizza E...

E che?

E...checcevò?
E...che problema c'è?
E...daje con sta pizza?

E che, perzio?

Perché voi commercianti state in fissa con la E puntini puntini?
E' brutta e allusiva a nientissimo.
Fate qualcosa pergiove, rendete dignità all'insegna luminosa.



***



Cassino.
In una pigra domenica di Febbraio.
Rimpinzato di buon cibo in un localino davvero niente male, faccio per tornarmene a Roma e m'imbatto nella solita insegna pregna di ragionamenti da elaborare.

A parte la somiglianza visiva con la scritta poco più in alto di via Casilina in Roma (Pane... Pizza Eeeeeeee), che ti viene da pensare che il pizzaiolo bisognoso di cartellone da apporre al suo locale, si rivolga sempre e solo a un ipotetico Tonino Pizzella, creatore d'insegne tutte uguali con tre Font sputati e il colore giallo-rosso pure se ti trovi a Napoli. E vabbe'.
Ma la faccenda più importante è la tendenza di associare la propria pizzeria a un programma televisivo molto seguito.
Al che io mi chiedo.
Il padrone, perché avrà operato questa scelta (piuttosto frequente a dire la verità)?

Starà in fissa per la trasmissione di miss De Filippi?
Quando gli è venuto in mente di sostituire Posta con Pizza, si è talmente ingrifato che voleva farcelo sapere a tutti i costi?
E' un tentativo di mantenersi semplici e popular, come se a ogni cliente desse una pacca sulla spalla da buon amico e gli dicesse "Hai visto quanto sono familiare e simpatico?"
Mi chiedo perché?

Io mica lo so perché.

Peccato che il locale era chiuso, altrimenti al personale glielo avrei direttamente chiesto.

"Salve, cosa volete assaggiare?"

"In verità nulla. Volevo solo conoscere il perché di questa targa all'esterno. La risposta ve la pago un tanto all'etto".



***



Personalmente trovo più elegante la dicitura ALTA DIGERIBILITA' che non Lievitazione a 24-48-72 ore, che fa molto etichetta a 9,99 euro affissa sulla mutanda elasticizzata di marca in offerta.
Ma non è questo il punto. Anche perché l'espediente sulla bontà della maturazione dell’impasto lascia sempre un po’ il tempo che trova. Magari mi fai cento ore di maturazione in frigo e poi mi usi mix imbarazzanti di farine puzzone.
Inoltre questa pizzeria mi sta simpatica perché ha utilizzato il MISTER iniziale e a me quando fai uso di MISTER in questo modo m’inviti proprio a nozze.
Infatti Mister Panino alla stazione Tiburtina mi mette sempre di buonumore.

Ma non volevo parlare del Mister, quanto della seconda parola dell’insegna, ovvero TEGLIA.
Per questioni di privacy chiamerò un mio caro amico con un nome di fantasia, tipo Johnny Guitar, per rivelarvi che lui sta in fissa con le teglie in ambito casalingo e insomma, quando c’incontriamo ci racconta sempre le sue gesta con tanto di enfasi e descrizioni tecniche dei suoi impasti.

Allora una volta stavamo in un pub e di quanto ascoltato da Johnny Guitar fino a quel momento avevamo attribuito la colpa al vocio degli astanti e alla musica dance sparata a palla.
Perché Johnny parlava dell’efficacia delle sue pieghe agli impasti e ogni volta c’intermezzava il termine TELLIA… "la teLLia non è come la verace o la pala che sai che ci vuole a prepararle"… "l’idratazione per una teLLIa è tutto un altro mondo rispetto alle altre pizze"...

Poi una volta, finalmente, ci troviamo a casa di Johnny, a gustarci queste famose teglie.
Stavamo lì tutti in silenzio ad attendere che lui dicesse qualcosa circa le sue creazioni e a un certo punto accade quello che non avremmo mai voluto sentire… "Ragazzi miei, la teLLia è uno stile di vita…"

E noi a fulminarci con sguardi incandescenti di fuoco e fiamme e silenzi difficilissimi da sostenere, fino a quando colui che chiamerò Zio Sam per questioni di rispetto verso i miei amici, così, a bruciapelo, gli fa: "A Johnny… tellia? Ma come cazzo parli? Tellia con le elle, neanche nei quartieri malfamati di Rio de Janeiro…"

E Johnny, divenuto bimbo all’istante, che candidamente sussurra: "Ma perché, voi come lo dite?"

E qui si vede troppo la disfatta di tutte le certezze nella vita di Johnny, tanto da fare la faccia uguale a quando da ragazzino ti dicono che la befana non esiste e i regali te li fa trovare mamma sul tappeto del salone mentre dormi e tu, lì per lì la prendi sportivamente, ma poi ti rinchiudi in bagno in solitudine e piangi tantissimo. Ecco.

Quindi voi capirete se vi dico che nel giro delle mie amicizie, TELLIA è entrato a far parte del nostro ordinario lessico utilizzato nella quotidianità della vita.

Tellia, mortacci!

Daje a Mister Tellia pizzeria, comunque!



***

Questa è concettuale e va seguita.

Roma.
Pizza al taglio SPIZZA QUI in via Tuscolana e pizza al taglio KISS PIZZA in zona Monterotondo Scalo.




Nel vocabolario italiano regolamentare, il verbo Spizzare significa: scoprire molto lentamente le carte da gioco che si tengono in mano. Oppure, nel calcio o nel gioco del biliardo, toccare la palla evitando che il colpo la investa in pieno.

Nel vocabolario romanesco della strada invece, il verbo Spizzare (o anche Cioccare) significa: adocchiare con attenzione qualcuno o qualcosa.
Esempio coatto scontatissimo: - Ahò, a Sergio, spizzate/cioccate quant’è bona quella!

Dallo scatto fotografico di via Tuscolana, si desume che solo qui a Roma il gioco di parole SPIZZA QUI possa funzionare. Infatti funziona. E a rafforzare l’idea del pizzaiolo, c’è anche l’immagine stilizzata di un occhio. Come a voler dire, vieni a vedere le nostre bontà appena sfornate.

Invece esaminiamo il locale di Monterotondo.
KISS PIZZA (Bacio Pizza in italiano) che con SPIZZA QUI non c’azzecca nulla.

Ma se forziamo un po' la mano, anche in KISS PIZZA il verbo Spizzare spunta fuori in maniera subdola (così v’imparate a pastrocchiare il neutrale pizza con appiccicosi termini inglesi)!

KISS PIZZA, letto velocemente si enuncia Kisspizza, che sempre nel vocabolario romanesco della strada viene inteso come Chi spizza.

Allora la musica cambia completamente!

Perché se l’impostazione è esclamativa viene fuori:
- Chi spizza!
- Ahò, calmate! Ma che te rode er culo?

Se invece l’impostazione è interrogativa, abbiamo:
- Chi spizza?
- E che ne so io. Spizza te e poi famme sapè.

Non se ne esce.

Ecco perché in questo contest surreale, la pizzeria del tuscolano vince a mani basse…

- Ehi signore, Spizza qui!
- Wow. Mi hai convinto. Ora entro e compro tutto.



***

Periferia di Roma. Torpignattara.



“Ciao, volevo quel pezzo con salsiccia, pancetta affumicata e peperoni... poi quel pezzetto lì con sugna e pepe... e anche una strisciolina con porchetta e melanzane fritte. Tutto a portar via, grazie”.

“Li preferisci normali o light?”

“Light, che domande...”



***

Roma. Zona Ostiense.



Finalmente ho scovato i miei rivali d’insegna!
E stavolta il messaggio è inequivocabile: caro cliente, o mangi la pizza o prendi le pizze; o puoi anche mangiare pizza e prendere pizze contemporaneamente!
A te la scelta.

(Scatto fotografico sfocato e fuggiasco, per paura di beccarmi un ceffone dietro al collo dalla mano infarinata dell’esercente).



***

Palombara Sabina.



Prima legge inviolabile del commerciante è SBARAGLIARE LA CONCORRENZA.
Sempre.
Con qualunque mezzo a disposizione.
Il venditore - sia che lavori in buona fede e professionalità, sia che proceda a tentoni con insensatezza e faciloneria - è sempre convinto di proporre il prodotto e il servizio migliori, di offrire l’alternativa che nessun altro possiede.
Esattamente come lo slogan della pizzeria presa in esame.
L'Altra Teglia.
E magari è pure vero (anzi è sicuramente vero), eppure sarebbe straordinario uscire da questa logica competitiva e dare inizio a una rivoluzione culinaria più rilassata e altruistica, promuovendo messaggi opposti tipo “Teglia qualunque”, “Teglia come quelle degli altri”, “La solita teglia”, ecc.



***

Roma. Zona Bufalotta.



“Buonasera signori, cosa vi porto?”

“Io prendo un abbacchio scottadito”

“Io una pizza. Fiori di zucca e alici”

“Per me invece… mhmm… e chi lo sa…”


Breve considerazione gastronomica.
In un momento in cui l’offerta cibaria nelle città è pressoché sconfinata, è più vantaggioso specializzarsi in una sola pietanza come la pizza, ultra perfezionandosi in questa, o è meglio puntare su una proposta più ampia ma anche più generica?
Eh! E chi lo sa!



***

Roma. Zona Appia Nuova.



Epoche remote hanno visto affiorare mestieri legati alle necessità del tempo, come lo scrivano o il nevaiolo. Mestieri successivamente caduti in disuso e poi estinti dalla rapacità del nuovo che avanza.
Intorno al 1985 o giù di lì, fu la volta del noleggiatore di film e della sua videoteca, irripetibile spazio d’interscambio culturale e umano praticamente scomparso ai giorni d’oggi…

L’ingresso di questo locale, più che una pizzeria al taglio ricorda un piccolo videonoleggio: VIDEO STORE.
La foto me l’ha scattata il caro amico Motosegaurlante, che di cose di cinema ne ha fatto la sua professione e di pizzame di qualità da trangugiare il suo diletto.
Magari i proprietari avranno visto sì e no quattro film nella vita, ma mi piace pensare che lì dentro, oltre all’andirivieni di pizze e supplì fumanti, ci sia uno zoccolo duro di cinefili dedito allo smercio clandestino di VHS a noleggio.

***

Orvieto.




Bologna.




Zafferallo's APPROVED!!!



***

Porto d'Ascoli.



... SIEMPRE!!!



Grottammare.




Dubitare è sempre lecito…
Era Ora.
Era ora che arrivasse la mia pizza ordinata due ore fa, o Era Ora che qualcuno aprisse una pizzeria nei dintorni?
Io per contro inaugurerei un locale proprio di fronte, battezzandolo con un nome criptico-filosofico…
Ora Era.
Come a dire che quel che fu in passato (grezzi grani di farina, stenti umani e lieviti impazziti), è autenticamente riproposto qui e ora.


*Aggiornamento*

Messaggio dal mio socio in affari Marcone: "Mo' passo da Era Ora e gli faccio solo 'oh' e il gesto di picchiettare l'indice sull'orologio".


***

Siena.



L'Oro di Napoli si trova solo a Napoli.



E infatti...


***

Roma. Zona Tufello.




Il TERNANO dagli occhi di Ghiaccio.
A film by Clint Eastwood.


***

Roma. Centocelle.




Sano ed enfatizzato orgoglio capitolino (in salsa Maghreb).





Perché i panni sporchi si lavano in femiglia...




Continua (pressoché all'infinito)...


***


Kurando.
Luglio 2016 (aggiornato a Marzo 2023).

Giano Zafferallo. Gambero Bronx.