Novembre 2010.


Una volta vidi una pubblicità trasmessa da un'emittente televisiva austriaca.
La voce fuori campo, per me incomprensibile, rivelava un tono confidenziale, ma le immagini sullo schermo erano eloquenti.
Alcuni tizi golosi, in sequenza, addentavano con cupidigia dei morbidi croissant e quei loro morsi decisi provocavano la fuoriuscita della marmellata che, inquadrata da astuti primi piani, andava a impiastricciare camicie, maglioni e tovaglie.
Tutto faceva presupporre alla reclame di un detersivo efficace contro le macchie ostinate e invece riguardava la marca di una brioche e la sua netta abbondanza di confettura rispetto alle concorrenti!
Il presupposto di uno spot pubblicitario è il martellamento reiterato del messaggio, la sua maggiore aspirazione è insinuarsi nella testa di noi influenzabili consumatori con ogni tipo di stratagemma. E già la vita è dura anche senza messaggi promozionali, che almeno puntassero tutto sull’ironia e sulla creazione del tormentone intelligente. Come nel caso dei latticini egiziani Panda...
Il pupazzo dallo sguardo liquido, la sua prepotenza inaspettata e il jingle distensivo creano una mescolanza obiettivamente irresistibile.





(Mai dire no al Panda)


[Ragionamento e commento di FABIO DI CESIDIO a.k.a. Fabbione a.k.a. Dottor Kurando]