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LA TERZA MADRE (id.)

Di Dario Argento, con Asia Argento e Cristian Solimeno; formato: 2.35:1; 2007


Quello che più sconcerta de 'La terza madre' non è tanto il solito (ed ennesimo) insieme di episodi e casi di pessimo cinema argentiano a cui l'ex prodigio romano ci ha ormai abituati da anni, ma l'abissale e totale assenza di ispirazione, ispirazione che, esattamente trenta anni fa, aveva invece contribuito a fargli partorire 'Suspiria', uno - per quanto mi riguarda - dei migliori horror mai girati, il prodotto di una mente geniale tormentata da mille spettri, al punto da costringere il regista a - come lui stesso ha dichiarato - dover vivere con un armadio davanti alla finestra per prevenire e scoraggiare la probabile eventualità di un gesto estremo.
Nel Dario Argento dei tempi d'oro, un malessere radicato si è spesso trasformato - a volte con l'aiuto di Daria Nicolodi e assieme ad altre ossessioni, travagli e ad un innegabile talento - in un terreno fertilissimo per l'ispirazione, che gli ha permesso di sfornare ottimi film se non vere e proprie pietre miliari.
No pain, no gain.

Naturalmente ignoro del tutto quale sia l'attuale stato della psiche di Argento, né gli auguro di dover tornare a certi limiti estremi per poter ritrovare la vena di un tempo, ci mancherebbe, ma di certo spero che possa presto essere raggiunto almeno da una consapevolezza che gli permetta di realizzare che, forse, è proprio giunto il tempo di farsi da parte, anche fosse soltanto per impedirgli di continuare a demolire con violenza l'immenso credito accumulato negli anni passati.

Per me, che ho amato tantissimo i vecchi lavori di questo regista e l'estrema gentilezza e disponibilità che ha dimostrato come essere umano in qualche brevissimo ed estemporaneo incontro personale, non è affatto bello (anzi, è assai amaro) andare al cinema a vedere l'ultimo film di Argento con lo stesso spirito con cui si andrebbe a vedere Uwe Boll, ovvero con il desiderio nascosto di imbattersi in una cacatona delirante che almeno faccia schifo al punto di far ridere come un film comico, ma questa - purtroppo - è esattamente la molla che mi ha spinto a correre in sala per l'ennesima volta, con le speranze di essere smentito ridotte a microscopico lumicino, nonostante il dignitoso 'Jenifer' visto nella prima serie di 'Masters of Horror'.

'La terza madre' è un brutto film di Dario Argento.
Questo, stavolta, non significa sprofondare nuovamente in un baratro imbarazzante di macchine ammazza-topi, di gente uccisa perché non telefonava da un anno e di esperti di videopoker visti negli anni trascorsi, ma è comunque un brutto Dario Argento, con tutto quello che ne consegue.
'La terza madre' è un 'Suspiria' senza ispirazione, senza le trovate geniali, senza la coerenza e senza lo stupefacente impianto scenografico che hanno permesso a quel film di essere considerato un capolavoro nonostante le ingenuità e le falle di sceneggiatura fossero presenti anche in quel caso e visibili a occhio nudo.
Spogliate 'Suspiria' di tutti i suoi pregi e otterrete 'La terza madre', un film in cui non esiste traccia della dimensione da favola nera che faceva da scudo, ha reso grande e ha fatto da perno alla pellicola del '77; un film in cui le continue intromissioni di realtà urbana stonano terribilmente con (anzi, demoliscono) l'elemento fantastico della vicenda e mettono in spettacolare risalto tutti i difetti e i buchi di una sceneggiatura che, stavolta, non può neanche nascondersi dietro ad una prodigiosa direzione della fotografia e ad una scenografia fenomenale.
Invece di racchiudere l'intero film all'interno di una bolla fuori dal tempo e dalla realtà (condizione che ha messo un'enorme pezza alle falle di 'Suspiria' e in gran parte anche a quelle di 'Inferno'), Argento, ne 'La terza madre', porta la stregoneria nelle strade, nella realtà quotidiana, senza però dotarsi di sostegni adeguati che possano far coesistere due mondi tanto distanti e (soprattutto al cinema) incompatibili. Viene abbandonata la dimensione di pura favola onirica e orrorifica, insomma, a favore di un noioso e risaputo "Adventure survival-horror" in cui gli eroi sono chiamati a cercare gente, evitare i mostri, scappare dalla polizia, usare i poteri, trovare indizi utili al passaggio al livello successivo e premere pulsanti in grado di aprire porte. E così, se in 'Suspiria' era accettabile perfino che una ballerina spaventata riuscisse ad uccidere fortunosamente una terrificante e potentissima strega con un semplice colpo di coltello, ne 'La terza madre', invece, ogni concessione all'improbabile e ogni cazzata diventano imperdonabili, spiccano come un faro nel buio e si fanno sentire come un calcio sui denti.
E di cazzate, 'La terza madre', non è affatto avaro.

Le streghe del ventunesimo secolo? Cinque o sei mignotte che fanno le boccacce a chi chiede indicazioni (uuuuuuu, che perfidia!), vestite come in un pessimo videoclip degli anni '80 grondante look post-atomico con trucco e parrucco new-romantic.

Gli emissari del Male? 'Na scimmia e du' coatti.

Le forze del Bene? Il fantasma luminoso di Dariona Nicolodi (che sembra la nonna di Trilly Campanellino pettinata come un playmobil) e una bruciata lesbica che fa apparire gli spiriti soffiando sul borotalco (ma porcoddd...).
Roba che neanche le Winx.

L'apocalisse a Roma? Il traffico e la malasanità. Quando il Male sparso da Mater Lacrimarum si impossessa della città, si creano gli ingorghi ad ogni angolo e la gente si ammazza per un parcheggio. In pratica, quello che noi romani chiamiamo "sabato" Dario Argento lo chiama "la seconda caduta di Roma" (sic).

La polizia? Prima scatena una caccia all'uomo indicando Asia Argento come il Nemico Pubblico Numero 1, poi, ad un certo punto, quando un investigatore si ritrova (non si sa perché, non si sa come) nello stesso luogo in cui si è infilata Asiona e se la trova faccia a faccia, la reazione è più o meno Aho, tuttapposto? Bellecose. e continua a camminare con lei come se niente fosse, anzi, LA AIUTA senza dire una parola, senza un chiarimento, senza neanche un No, sai, scusa, è che mi credevo che e invece no. Niente.
Vabbè.

Seguono SPOILER

La spaventosissima e potentissima Mater Lacrimarum? Una ficona con due mega-zinne che cammina sulle zeppe (!!!), passa tutto il film a cerca' un'antichissima - cito testualmente - "tunica meravigliosa" (in realtà una magliettaccia demmerda decorata col pennarello glitter, che al mercato di via Sannio ne trovi di più dignitose) e poi, quando la trova e gliela sfilano gabbandola, rosica al punto da scatenare un terremoto e rimane sepolta sotto le macerie come 'na coiona.

Il finale? Come neanche nei peggiori slasher, con lui e lei che scampano al pericolo, escono all'aria aperta, fanno 'na battuta, si fanno 'na risata e partono i titoli di coda in scioltezza. Oltretutto, qui, un bagno nei cadaveri sciolti riesce soltanto a spettinare un po' Asia.

Fine SPOILER

E fosse solo questo, il brutto de 'La terza madre'...
Gli effetti digitali lasciano il tempo che trovano, il make-up del solito Stivaletti (al servizio di scene splatter abbastanza hard) non convince del tutto e la direzione della fotografia propone un piattume visivo degno di una fiction televisiva (ma applausi infiniti all'operatore Steadicam, che è riuscito a riprendere alla perfezione un lungo piano-sequenza che si svolge in interni angusti), con un'illuminazione delle scene affatto evocativa e che non riesce neanche a valorizzare il volto di Asia facendola, anzi, sembrare di dieci anni più vecchia.

A tal proposito, vorrei spendere due parole proprio su Asia.
Asiona, io ho sempre parlato di te scherzandoti, ma in realtà ti voglio bene e ti considero potenzialmente una buona attrice.
Il fatto sai qual è?, è che tu hai lasciato che il personaggio pubblico che rappresenti prendesse il sopravvento su tutto, e così, adesso, quando qualcuno ti vede recitare non riesce a scindere quello che interpreti da quello che sei (o che mostri di essere).
Hai presente quando vai dall'alchimista (Philippe Leroy) a chiedere aiuto?
Mentre tu recitavi, il dialogo che si svolgeva nella mia mente era
- "Alchimi', dimme che devo fa che io devo sconfigge a madre dee lacrime".
- "Ecco, prendi questo antichissimo volume e leggilo attentamente, saprà indicarti la giusta via".
- "Porcoddisse che mattone aho, ma che moo devo legge tutto? A alchimi', ma pìatela 'nder culo va, io vado a soffia' sur borotalco così vedo i spiriti, l'anime de li mortacci vostra e magari caa polvere ce ceco pure quer cazzo de babbuino che me segue. Io so' maledetta e ciò i tatuaggi".
Capisci, Asia?
E guarda, non scherzo: quando dico che sei potenzialmente una brava attrice dico sul serio; hai una faccia espressiva e una voce particolare, ma sei adatta soltanto a pochi ruoli, che andrebbero scelti con molta cura, e dovresti tentare di eclissarti un po', di far dimenticare il "personaggio Asia Argento".
Fallo, provaci, ché io non vedo l'ora di farti complimenti senza se e senza ma.

Per quanto riguarda papà, credo che ormai non ci sia più nulla da fare.
Spronalo a prendersi una lunga pausa di riflessione e a lavorare soltanto quando viene fulminato da un'idea e da un'ispirazione grandiosa, perché di questo passo non potrà salvarlo neanche una quarta, una quinta o una sesta madre.
Pensaci tu, che sei la Seconda Figlia.

Filippo

Filippo dice:


Ratings:

talmente brutto che e' ad un passo dal sublime

brutto, soldi buttati

cosi' cosi'

bello

bellissimo, da non perdere