Dario Argento con tre film ha sculato tutta la vita.
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Dottor Kurando
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Inviato: Ven Nov 09, 2007 12:39 am    Oggetto:

Ho appena visto La Terza fottutissima Madre

devo dormirci sopra


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Dottor Kurando
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Inviato: Ven Nov 09, 2007 12:42 am    Oggetto:

Non riesco a dormire

ma no che dico, devo dormirci sopra e basta

buonanotte


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marcoscafu
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Inviato: Ven Nov 09, 2007 10:04 am    Oggetto:

Lo ammetto, per un po' ci avevo sperato.
Fino a quando Asia entra nella casa della madre delle lacrime, con quell' interminabile piano sequenza e l'uso delle luci, il sali scendi di lei sulla scala, fino all'omino inutile con la barba, ci avevo sperato.
Perché non era male, perché si poteva andare avanti, perché per 5 lunghi e bei minuti sembrava davvero Argento. Poi il disastro. Ricominciavano i dialoghi improponibili e i BU' a cazzo di CANEM. Ma il peggio doveva ancora venire.
Fino a quel momento avevo trovato lo sguardo semi accondiscendente di un impietrito Kurando che è rimasto in stato catatonico per un'ora e 40 per poi riprendersi all'uscita, quando ha ricominciato nuovamente a gesticolare nervosamente ho capito che il destino era compiuto. E lì quello impietrito ero io.
Moran Atias, che ha recitato a tette di fuori e per questo soltanto ringrazio il MAESTRUM, è la madre delle lacrime, ma il suo potere è come quello di Ralph supermaxieroe, ossia deriva da un vestito di lana rossa, che basta levarlo e la uccidi facile, anzi, si uccide da sola, perché aspetta immobile che la trafigga una trave di 120 m di lunghezza, diametro di 3 m, pesante sulle 30 tonnellate stimabili.
Fine della più terribile delle tre streghe. Manco Rambo ce la faceva.
Qualcuno poi informi il MAESTRUM che per vedere scene di delirio collettivo a Roma, basta filmare un qualsiasi SEMAFORUS e uno che non parte subito al verde, senza scomodare nessuna furia, parca o grazia.
Tirami il DITEX.


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marcoscafu
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Inviato: Ven Nov 09, 2007 11:06 am    Oggetto:

Ed ora SILENTIUM.


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Shizuko
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Inviato: Ven Nov 09, 2007 11:06 am    Oggetto:

Cose con spoiler

Ieri sera ho visto la Terza Madre. Ecco il mio piano.
Mi apposto sotto casa del Maestro e, al momento opportuno, mi introduco in casa, lo narcotizzo col cloroformio, lo infilo in una busta e lo porto in una grotta a 3000 metri di profondità dove lo sistemo in un lussuoso alloggio circondato da una rete elettrificata e da un fossato coi coccodrilli.
Rendiamolo inoffensivo. Per il suo e per il nostro bene.

Purtroppo la mia speranza è naufragata molto prima di quella di Scafu.
Si è inabissata insieme al Caterpillar col quale l'operaio cade di faccia direttamente nella tomba con l'urna.

La Terza Madre, per chi capisce il riferimento, procede come l'avventura di un gioco di ruolo. Un'avventura brutta però. Stessi meccanismi e stesse banalità.

Le streghe coi capelli frisè.
Mater Lacrimarum deve essere davvero molto crudele se vuole annientarci facendo tornare gli anni '80.

E' veramente insalvabile.


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Mai fidarti di un hippy (John King)



 




marcoscafu
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Inviato: Ven Nov 09, 2007 11:09 am    Oggetto:

Ah sì scusate, ho fatto SPOILER anche io ma tanto sticazzi, vedete una puntata a caso di Ralph ed è la stessa cosa, anzi con una sigla iniziale molto più bella.


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Dottor Kurando
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Inviato: Ven Nov 09, 2007 12:02 pm    Oggetto:




Mi possi cecarmi se non è la verità, quando dicevo di attendere con trepidazione il divx piratone della Terza Madre.
Settecentosessanta Mega circa che non hanno mai raggiunto il P2P, per cui le scelte all’orizzonte erano due.
O attendere l’uscita in noleggio di questa favola nera (o anche la Rippata del DVD in nolo da parte di qualche volenteroso), oppure andare in un cinema a 72 sale col tagliandino di sconto in bella mostra, di quelli che si trovano dentro le merendine al supermercato.
E pare una stronzata, ma avrei preferito mille volte vedermelo da solo, a porte chiuse, anziché in una sala insieme ad altra gente, per evitare le reazioni sbigottite, i bisbiglioni insistenti e soprattutto le risatelle imbarazzate e inevitabili, di cui Argento da una vita è il maggior generatore.
Questa inutile premessa per dire che ce l’ho messa tutta per imboccare il giusto sentiero, una volta davanti al maledetto bivio emotivo.
La stradella a sinistra quella dell’equivoco per default, della comicità involontaria già dalla prima sequenza (vedi il micro-Caterpillar imbecille) e via via fino al culmine di certe stronzate indifendibili.
La stradella di destra invece, quella del FAN attendista di Argento, regolarmente iscritto al Forum della Galassia Argentiana di Witchstory, che vuole farsi un’idea globale prima di poter giudicare a sangue freddo, concentrandosi a tutto spiano e diventando insensibile anche quando Daria Nicolodi illuminata a giorno gioca a fare Casper e si fa aprire le porte dimensionali da Michael J. Fox in Sospesi nel Tempo.
Ecco. Io ho scelto la seconda strada, quella più tortuosa, quella della serietà, perché cazzarola ho pagato tre euro e anzi avrei avuto tutto il diritto di spanciarmi dalle risate alla vista di alcune sequenze talmente dilettantesche, stereotipate, didascaliche, sciocche che davvero non si sa più cosa pensare.
E fino a una quarantina di minuti mi ripetevo: “Allora, fai che questo film è pensato per la tv, da mandare in onda in seconda serata in uno di quei giorni del cazzo tipo il giovedì, subito dopo un telefilm scialbo seguito per abitudine da tutte le massaie, le nonne e gli estimatori di mediaset in generale. Ecco, metti che uno non sa cosa fare e, al massimo dell'inerzia, a cervello spento, si butta a vedere una storia di streghe un po’ così che non ha alcuna pretesa d'infondere nell’animo chissà quali sensazioni e soprattutto, che non funge da pilastro per chiudere una Trilogia che porcamadonna non andava chiusa in questo modo...”
Nel tentativo di salvare il salvabile mi convincevo che fino a quel momento la questione, pensata come l’avevo pensata io, poteva pure starci. Poi però no, porcoddisse! No, no e no!!! Dopo più o meno quaranta minuti, ma soprattutto a ridosso del finale, le Tre Madri è indifendibile pure dai parenti stretti di Dario Argento.
Cioè una roba abbacinante che non trovi nemmeno nei dvd di Enrico Pinocci.

Un film bruttissimo quindi e la tristezza di aver chiuso nell’indecenza una Trilogia che andava lasciata assolutamente aperta. Per immortalare una domanda che tutti i fan del mondo si sarebbero posti in eterno: “E’ vero che Argento non è mai più stato il regista di una volta, ma pensa se avesse deciso di chiudere la Trilogia. Ti pare che avrebbe permesso a qualcuno o a qualcosa d’intaccare i suoi intenti? E per scomodare due film così importanti, pensa che storia incredibile avrebbe dovuto inventarsi!”.
E invece un film mediocre, sorretto da una storia indecente.

E per il futuro io un consiglio col cuore ad Argento voglio darglielo.
Ormai è consolidato.
Dario Argento è affetto da Alzheimer da Regia!
Incapacità di gestire un lungometraggio in tutta la sua durata, mancanza di armonia nell’insieme e illogica concatenazione tra una sequenza all’altra e come il Morbo c’insegna, sprazzi di ritrovata regia diluiti in un mare di confusione e di autentico annaspamento tecnico.


Da questo grave (e purtroppo spacciato) quadro clinico, vi si leggono tuttavia quegli sprazzi a corrente alternata di regia con la erre maiuscola. E allora, nel contesto odierno dove non esiste più il concetto di cinema puro, dove ogni cosa è diventata un bazar, tra gadget, DVD a profusione, film videoclipponi e quant’altro, a Dario Argento propongo un progetto che potrebbe davvero rilanciarlo…

Appurata l’inadeguatezza nel coordinare ogni aspetto di un lungometraggio, il consiglio è di soffermarsi SOLO ED ESCLUSIVAMENTE SULL’OMICIDIO.
Un film contenente episodi scollegati fra di loro, in cui vengono mostrati omicidi di ogni tipo. Quindi si esalterebbero le idee malsane di Argento dietro ogni sua uccisione, si godrebbero i meccanismi sapienti, l’inventiva, la violenza, il fomento, il sangue a fiotti.
E si rimetterebbe pure sotto contratto la mano di Argento stesso per filmare i suoi omicidi.
Stesso staff, Stivaletti per gli FX e Simonetti per la musica.
Sei minuti l’uno dove ricostruire un’atmosfera, un espediente narrativo e infine l’omicidio truculento, catartico e bellissimo.
Sticazzi della mancanza di soggetto e sceneggiatura (tanto sono anni che Argento dirige nel buio più assoluto), ma una composizione di perle dell’uccisione, da vedere e rivedere senza mai stancarsi.
Quante volte capita di infilare il dvd nel lettore e andarsi a ricercare un omicidio del passato di quelli storici di cristo? Ma anche del presente in verità, come l’unica sequenza valida in Do you like Hitchcock? ad esempio.
Un’operazione secca e sparata, in cui Argento deve solo preoccuparsi di filmare al top le cose che gli riescono meglio da una vita, mescolando musica, effetti artigianali e visivi, con un gusto del truculento ricercato e sopraffino.
Finalmente IL compendio definitivo di ammazzamenti super ingrifanti e ultra deluxe, un po’ come fecero i Magnetic Fields per dire, con le loro stupendissime canzoni d’amore.
Un triplo disco già storico intitolato 69, come il numero delle tracce contenute nei tre dischi. Sessantanove.


Ed ora varie questioni in ordine sparso.

Sulla questione Scurdammoce 'o passato, nel senso che ogni tanto sembra di rivedere l’original Argento’s Touch e poi invece “mai una callata!”
Primissima sequenza. Immagine scarna, fredda, semplice in un piccolo cimitero. Telecamera che avanza, raggiunge il cancello, si solleva come a volerlo scavalcare. Tutto molto bello.
Un attimo dopo, sbucano gli operai che lavorano sotto casa mia e senza preavviso un Caterpillar microscopico cade dentro un buco (risate) facendo casualmente scoprire il forziere responsabile della proliferazione di gran mignottone e picchiatori nella città di Roma.

Primo omicidio nel museo. Qui non ho nulla da obiettare in tutta onestà. Scena bella carica, sanguinosa e girata con un certo gusto e puzzonaggine che ci sta tutta.
Poi vabbè, quel senso di malsano viene stemperato col neonato di gesso lanciato nel Tevere da una madre coll’esaurimento nervoso.

Poi la sequenza girata dentro il maniero abbandonato. Finalmente si captano strie di regia seria, gusto per i colori e l’oscurità, movimenti felici; si segue la scena con trasporto, si prega che continui così all’infinito, poi senza motivo ti sbuca il barbone rincoglionito e (mugugni in sala) svanisce un incantesimo durato pochissimo.


Sulla questione Stivaletti il Mago degli Effetti Speciali.
A modellare il pongo ancora ci sa fare, anche quando l’effetto 'si vede che è finto' (vedi la prostituta coll’ombretto fucsia intorno agli occhi, uccisa a portellonate di taglio in piena faccia sul treno).
Per gli effetti digitali io a Stivaletti gli tirerò le orecchie tutta la vita.
A parte quelli prodotti ne La Sindrome di Stendhal (iddio lo furmini), che dico non sei capace e allora lascia perde con la computeristica. Ma anche ne Le Tre Madri ha dovuto mettercelo a tutti i costi l’effetto stronzo (fantasma Nicolodi che lotta contro l’Uomo Torcia Umana, entrambi risucchiati dentro una coso nero e luminoso che si apre dal nulla).
Per non parlare delle solite, maledettissime, infami fiammi digitalizzate. Che lì in sala tutti a bofonchiare col sorriso “Ma sono finteeee!!!” e considerata qualche miglioria rispetto al passato, rimane il fatto che anche le FIAMMES_EFFECT_version.3.0, lasciano molto molto molto a desiderare. Sembrano le fiamme ecologiche, come l'inchiostro simpatico, che ti ci butteresti dentro a capofitto. Oltre al fatto che sti due delle fiamme non possono farne proprio a meno.
A Stivalè, quest'anno che c’hai pe me?
Ah, bella Dariò, allora c’ho l’effetto fantasma, l’effetto incendio rinnovato e pure l’effetto sangue a schizzi.

Sulla questione Recita tu che recito io.
Asia Argento non mi è dispiaciuta. Dall’amica sua morta nel museo, è tutto un correre e un deprimersi dalla paura. E Asia palesa bene le sue inquietudini.
Gli altri sono terribili. Tutti quanti.
In particolare Udo Kier che parte malissimo e poi si riprende leggermente, soprattutto quando Argento pone fine alla sua collaborazione (meno male) facendolo morire.
E Daria Nicolodi sotto cortisone, che capisco che non si debbano mai prendere in giro le fattezze individuali, ma perdio Daria è irriconoscibile, quasi fosforescente e gonfia in viso come un otre.

Sulla questione Il Male piomba su di noi.
Dico, a Dary, c’hai Roma e il sindaco a disposizione per ricreare il grande sortilegio innescato da Madre Lacrimarum, la strega più cattiva dai tempi di Messalina.
Potevi giocare coi monumenti, le cattedrali, andare a filmare scene di maledizione nei vicoli più bui, negli anfratti più suggestivi, ovunquissimo perdio, potevi mostrare una Roma in-cre-di-bi-le come quando immortalasti nella storia il Quartiere Coppedè.
Potevi pure inserire al volo la Fontana di Trevi rossa col sangue finto futurista.
Invece no. Risse teppistiche come neanche a Roma-Brescia, furti, stupri, bottigliate in testa, lancio di sassi e di monetine. Ti vedi il tassista ancora avvelenato per la Legge Bersani che accompagna Asia e sullo sfondo duelli all'arma bianca in nome della stregoneria.

Sulla questione Soggetto e Sceneggiatura.
Sceneggiatura elementare e una storia in sé INESISTENTE.
Asia Argento vede la collega morire al museo, scappa e incontra una donna che conosceva sua madre, mamma Casper, che a sua volta le fa conoscere un vecchio che c’ha un libro e una lente d’ingrandimento gigantesca che scopre se dici la verità, allora Asia legge una pagina e mezzo di libro e poi se ne va via, fino a quando (guarda te il caso) trova la villa dove preme sei bottoni di pietra ed entra nell’Inferno.
Allora c’è Madre Lacrimarum che fa il rave, ciocca Asia appizzata dietro la colonna (tana per Asia. Asia ti ho visto, esci fuori, dai legatela presto! Ah-ah-ah-ah, ti ho preso!), allora Asia viene malmenata e si risveglia grazie alle gocce di sangue fuoriuscenti dalla fronte dal tizio prigioniero legato sopra di lei e allora mentre nessuno ci fa più caso, Asia muove un braccio e si ritrova una pertica appuntita in mano, allora si alza e a tutta birra va a rubare la felpa della maledizione alla Terza Madre, che muore in una maniera talmente vergognosa, che chi è morto per una semplice scorreggia sfiatata male, merita più dignità della morte di Madre Lacrimarum.
Poi Asia, insieme a una guardia affetta da mutismo, esce dal sottosuolo e sullo sfondo di Cinecittà, in nome della sopravvivenza, i due ridono beati perché hanno vinto loro.
A Dario Argè, ma vattelappianderculo te, lo staff, i soldi della Medusa, di Sky cinema e di tutti quelli che ti hanno dato una mano. E che dicono che il film, in definitiva...
Sei indifendibile e chi ti difende vive male.


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Inviato: Ven Nov 09, 2007 12:14 pm    Oggetto:

Aspetta aspetta, ancora non ho letto nulla, ma voglio sapere: davvero stavate nella platea FOLLIA???


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Dottor Kurando
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Inviato: Ven Nov 09, 2007 12:16 pm    Oggetto:

Sì ma noi eravamo tutti normali. Solo Argento è folle.


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Inviato: Ven Nov 09, 2007 1:54 pm    Oggetto:

Bravo Pallone, la bruttura estrema è sempre fonte di grande ispirazione, lo dico sempre io.

Comunque mi sa che Stivaletti co' gli effetti digitali a 'sto giro non c'entra niente.


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Dottor Kurando
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Inviato: Ven Nov 09, 2007 1:56 pm    Oggetto:

Infatti, rispetto al suo standard, vanno un pochino meglio.


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Inviato: Lun Nov 12, 2007 8:13 pm    Oggetto:

"Floppone confermatissimo per Dario Argento, con la sua Terza Madre, che crolla negli incassi, non arrivando nemmeno ai 2 milioni di euro. Se arriverà ai 3 milioni sarà già qualcosa…"

Da www.cineblog.it


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Inviato: Gio Nov 22, 2007 10:22 am    Oggetto:

Dario, daccene ancora!


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Inviato: Ven Nov 23, 2007 10:06 pm    Oggetto:

Mo' secondo me state a esagerà con Dario. Va a finire che il film é una figata alla faccia vostra.


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Inviato: Ven Nov 23, 2007 10:07 pm    Oggetto:

Sì, hai da vede che ficata...


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Inviato: Lun Dic 03, 2007 8:28 pm    Oggetto:

Da circa un mese su Sentieri Selvaggi è iniziato uno "Speciale Dario Argento" che ripercorre l'intera carriera del regista analizzandola film per film.
Stavo aspettando con estrema impazienza i giorni in cui si sarebbero dovuti occupare delle sue ultime opere, non vedevo l'ora di leggere in quale maniera incredibile avrebbero salvato le ultime cacate allucinanti di Argento.
Lo so, rischio di essere ridondante, ma il fatto è che - nel leggere questi trionfi di cazzate pieni di "sguardo/corpi/luogo/occhio" - il mio stupore, anzi, il mio SBALORDIMENTO indescrivibile non cede il passo all'abitudine e alla rassegnazione MAI, neanche di un centimetro.
Tanti anni fa, quando per la prima volta sono venuto a contatto con questo stile di merda di critica da poracci, non potevo credere a quello che leggevo e non posso crederci tuttora, ma proprio che il mio cervello si rifiuta di credere (no rega', dico sul serio) che qualcuno possa seriamente pensare e scrivere certi concetti e in questa forma:

Il fantasma dell'opera

Dario Argento incrocia il suo Fantasma da ragazzino, nella versione a colori di Arthur Lubin. Poi, qualche anno dopo, durante le riprese di Suspiria, gli capita di guardare la versione muta di Loan Chaney del 1925: a quel punto lo riconosce e decide di affrontarlo. Argento si ritrova così davanti ad una storia già abbondantemente scritta, raccontata ormai decine di volte, e quindi assolutamente da riscrivere, da raccogliere e reinventare, infiammando l'immutabilità del topos letterario con il caos di una visione forse mai così ispirata, potente, in vena di calembour e mescolanze post-moderne. Lo sguardo di Argento plana così sul palco di un'Opera magistrale – visivamente sinfonica e assolutamente radicale nella forma - e vi installa la propria luce multiforme, il proprio dna composito, i propri incubi cangianti. Un ideale e perfetto congegno narrativo – materia disponibile, vergine proprio perché già infinitamente abusata – che il regista trasforma in puro luogo-cinema da sventrare, ricostruire, riabitare.
Così Argento imbriglia il suo Fantasma, lo esorcizza. Riuscendo probabilmente a imporre una versione ultima, definitiva, del celeberrimo romanzo di Gaston Leroux. La sua versione...

La sua versione – la versione di Argento – è probabilmente quella che, tra tutte, più liberamente evade le contingenze narrative del melodramma originario. Le evade per trascinarle all'interno di uno sguardo più largo, di una più ampia ed esplosiva idea di Cinema-sincretico che frulla insieme forme e linguaggi diversi – melodramma e farsa, invenzioni surreali e ricostruzione storica, sangue e lirica – riuscendo alla fine a recuperare in pieno lo spirito irriverente, il ritmo caleidoscopisco e l'anarchia strutturale dei romanzoni a puntate ottocenteschi. Un film fatto di sfondi che cambiano, forme che si dissolvono, ambientazioni che mutano ad ogni sequenza ed in cui Argento getta letteralmente i corpi – i suoi corpi, i corpi degli attori (su tutti, ancora una volta quello della figlia Asia, ancora una volta corpo-strumento dello sguardo paterno) – che si spostano, lottano, si spappolano o sopravvivono quadro dopo quadro, quasi fossero tutti intrappolati in un sorprendente e oscuro videogioco. Cinema ad alta velocità, cinema divertito che continua a giocare con sé stesso e con il proprio pubblico, pronto a mutare forma giusto un attimo prima di farsi catturare, sfuggendo inesorabilmente alle gabbie dei generi ed al giochino delle definizioni.

Autentica prova di forza nel cinema di Dario Argento, Il Fantasma dell'Opera è la dimostrazione dello strapotere di un vedere che, finanche stretto nei vincoli della trasposizione letteraria, arriva a farli letteralmente esplodere dall'interno. Vero manifesto muscolare di un cinema che non sta dentro, che trapassa per forza di cose ogni forma già acquisita, rimanendo sempre eversivo, fuori controllo, alieno.
Resta significativamente uno dei film meno apprezzati e compresi di Argento***, una cosa mai vista in un certo senso, che sembra segretamente custodire l'essenza di un'identità visiva che non sa e non può nascondersi, preda di un'inevitabile e incessante coazione a rivelarsi, a manifestare la sua immensa forza ed il suo modo. Condannata a riportare sempre, da sempre, senza sosta, la propria versione.

Danilo Ausiello

*** = Uno dei pochi a riconoscere, al momento dell'uscita in sala, l'assoluto valore della pellicola fu Roberto Nepoti su Repubblica, con una recensione coraggiosa e particolarmente illuminata.


Da www.sentieriselvaggi.it


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Inviato: Lun Dic 03, 2007 8:45 pm    Oggetto:

Prosegui la tua missione Porcoddè

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Inviato: Lun Dic 03, 2007 8:46 pm    Oggetto:

Tutta la vita.


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Inviato: Lun Dic 03, 2007 8:51 pm    Oggetto:

Oh, ecco, a questa gli stavo facendo la posta già da un po':

(...) La narrazione, adottando il punto di vista della protagonista, dà vita a un crescendo di suspence che, fra impressionanti soluzioni visive (memorabile la scena dell’omicidio compiuto dai tre demoni) e sorprese da brivido, non lascia spazio a rallentamenti. Argento (che con il film prosegue la “saga delle tre madri”, iniziata con Suspiria nel 1977 e proseguita con Inferno nel 1980) segue la figlia Asia con una macchina da presa che si produce in movimenti sinuosi, espediente che culmina nel lungo piano-sequenza finale, su e giù per le scale della casa della Mater, dove i forti contrasti cromatici e l’uso quasi espressionista delle ombre richiamano la fotografia di Mario Bava. Il regista amplia la “partitura formale” del film ricorrendo a media differenti: il fumetto, con tavole che illustrano la storia dell’urna; e la letteratura, simulando il movimento degli occhi di Sarah mentre legge un testo sulle tre madri. Inoltre la raffigurazione di un inferno urbano, con l’esplodere di violenze inaudite tra i cittadini, è particolarmente riuscita (!!!; ndP).

L’unico punto debole del film resta l’interpretazione di Asia Argento: sebbene sia fisicamente adatta al ruolo, sempre più emaciata (e sempre più sexy…) con il progredire della storia, la sua espressività sfiora picchi di furore infantile, e mostra purtroppo cadute in un recitato pessimo.

Per il resto il film convince, sfruttando appieno l’estetica del brivido: le musiche esoteriche, le inquadrature virtuosistiche di Argento, i cupi mostri realizzati da Stivaletti e lo splatter estremo toccano un’intensità che invoglia a rivedere più volte la pellicola. Soprattutto, La terza madre, per la sua capacità di rendere macabro e inquietante un contesto quotidiano come quello della città italiana, raggiunge una delle massime vette del genere horror: il perturbante. Un misto di paura e disgusto, attrazione visiva e repulsione istintiva, che tocca corde profonde nello spettatore, e lo segue fuori dalla sala cinematografica, nella strada buia e quieta di casa.

Daniele Corradi


Da www.nocturno.it


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Inviato: Ven Dic 07, 2007 8:29 am    Oggetto:

Il cartaio, ovvero il cinema di Dario Argento ri-comincia dalla rete, da internet, dalle chat. Un altro capolavoro argentiano, perfetta prosecuzione del precedente Nonhosonno e riposizionamento felice delle ossessioni che fondano tutta la sua filmografia e in essa vi si distribuiscono.

Il cartaio è un giallo-thriller (quasi) senza una goccia di sangue, cesellato sui dettagli, messi in primo piano oppure da scoprire lasciando vagare lo sguardo all’interno dei campi lunghi, dei totali. È un film nel quale viene data un’importanza assoluta al fuori campo, a quello che non si vede. È una continua sovrapposizione di piani, che si cercano, piani reali e virtuali, le stanze della polizia o l’appartamento di Stefania Rocca e la moltitudine dei punti di fuga e d’incontro generati dalla rete.

Qualcuno, proprio dalla rete, sfida una squadra della polizia di Roma e un detective irlandese trasferito nella capitale. Un serial killer rapisce giovani donne e ne gioca il loro destino a poker. È sadico, ma cerca anche il rischio e il dolore. Siamo dunque nel cuore del cinema di Dario Argento, che si ripresenta, ancora una volta, come uno splendido trattato sulla visione, come una partitura visiva fatta di scene di tensione, raccordi fluidi, lampi d’immagini sospesi nello spazio.

Definitivamente, ne Il cartaio, Argento lavora sul fatto che non esista un unico spazio, che quello nel quale ci troviamo è solo uno dei possibili luoghi del vivere e del morire. La rete amplifica, ma non solo. L’ultima, straordinaria, inquadratura (“un mese e mezzo dopo”, già un dopo-film, staccato dal resto) vede il volto felice di Stefania Rocca per strada, che sorride e poi guarda in alto, fuori campo, a cercare qualcuno che, forse non per sempre, l’ha lasciata. Un attimo di felicità. Un’altra nuova ri-partenza per il cinema di Argento.

Il cartaio è un lavoro sul materiale e sull’immateriale, sui corpi e sui luoghi fisicamente esistenti, pregni di tensione e conflitti, e su altri corpi e altri luoghi che si fanno immagine al di là di una finestra sullo schermo del computer, da dove si (intra)vedono le ragazze imbavagliate e uccise, gestogioco di squadra, quest’ultimo, sempre negato alla visione. Argento lavora su questo margine, tra il vedere e il non vedere, il suo cinema della crudeltà nega qui l’atto che porta alla morte, eppure mantiene la stessa inquietudine nera. Argento lavora sulle distanze, evidenziando ciò, in maniera hard, nel modo di filmare le superfici dei computer durante le partite di video-poker e quelle di altri luoghi (l’interno dell’edificio della polizia, una pizzeria, la sala del video-poker...). Ci sono sempre dei vetri che uniscono e separano. E c’è, continuamente, distanza e vicinanza, fino alla sovrimpressione dei due elementi, inestricabili. In un capanno abbandonato e arrugginito, immerso in un giardino raggiungibile superando un cancello (ovvero, ancora una volta, accedere a un’altra dimensione, dando ai luoghi di Roma l’aspetto dell’inquietudine), il materiale e l’immateriale si ri-uniscono, il vecchio e il nuovo si con-fondono, la ruggine e la parabola, il luogo decrepito e le attrezzature tecnologiche. Ad aspettare il detective curioso che sta per varcare quella soglia c’è un ingranaggio, simile a una macchina della tortura, che lo infilza rendendolo statua macabra del dolore, inequivocabile segno argentiano, colpo al cuore e agli occhi. Un’inquadratura che, non a caso, documenta l’attrazione, e il rischio, verso l’ignoto, la linea che unisce e separa un aldiqua e un aldilà. Segno prezioso per Il cartaio e per tutta l’opera di Dario Argento, maestro sperimentale del cinema contemporaneo.

Giuseppe Gariazzo


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Deadtoday
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Inviato: Ven Dic 07, 2007 2:02 pm    Oggetto:

Minchia....

Lo voglio rivedere...


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Inviato: Ven Dic 07, 2007 7:16 pm    Oggetto:

Gariazzo re delle facce come il culo.


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Inviato: Ven Dic 07, 2007 7:57 pm    Oggetto:

A suo modo un maestro. Roba d'alta classe.


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Inviato: Sab Dic 08, 2007 6:10 am    Oggetto:

Recensioni. Direttamente dal più vicino centro di igiene mentale.


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Inviato: Ven Dic 14, 2007 11:53 pm    Oggetto:

(estrapolato da un articolo sulla produzione televisiva recente di Argento)

"(...) mette in luce in maniera perfetta l’intento a cui film dopo film Dario Argento va incontro in maniera sempre più convinta – scorticare via la pelle del proprio cinema per metterne in mostra il muscolo pulsante sottostante: il cuore del cinema di Dario Argento è allora ormai il minuscolo riquadro sullo schermo di un pc che trasmette le confuse e sgranate riprese di una webcam di un folle sadico che tortura le proprie vittime – diventa allora davvero impossibile affrontare tutto l’ultimo Argento senza fare i conti con la sua opera più estrema, preziosa e ‘avanguardista’, Il Cartaio: perché tutto d’un tratto con quel film ci parve chiaro quanto la produzione argentiana post-Trauma (e post-trauma) sia necessaria e indispensabile per un discorso critico che abbia a che fare, come quello corrente, con elementi come la televisione, il digitale, la multimediale. Di più: è probabile che Dario Argento non sarebbe questo artista grandissimo, incommensurabile e al giorno d’oggi ancora insuperato, quantomeno in Italia, quale è (il più avanzato sguardo del nostro paese) se non avesse girato opere di meravigliosa e intensa lucidità come appunto Trauma, La Sindrome di Stendhal, di nuovo Il Cartaio – altroché. Allora, Ti piace Hitchcock? viene fuori giusto in tempo per aumentare la confusione degli occhi di chi ha visto naufragare compiaciutamente il sistema-cinema di uno degli autori più amati verso la più completa negazione di uno sguardo che non sia qui e ora sulle cose, di un’urgenza quasi impossibile da registrare retinicamente, un’impalpabilità evanescente che raggiunge il suo picco massimo nelle vette da brivido de La terza madre."

Sergio Sozzo


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Qualcuno dica qualcosa.


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Inviato: Sab Dic 15, 2007 11:11 am    Oggetto:

Vabbè, con sto Sergio è troppo facile fa le battute.


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Inviato: Dom Dic 16, 2007 10:48 am    Oggetto:

No, io ci devo parlare co 'sto Sergio. Trovatemi la mail perché devo assolutamente fargli confessare che in realtà queste cose non le pensa.
Almeno i fan di Argento, quelli sfegatati, sono rustici e genuini, questo invece scrive 'ste boiate col tono ricercato del recensore di questa ceppa.


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Inviato: Gio Gen 31, 2008 5:25 pm    Oggetto:

Questo non c'entra con Argento (parla di Eastern Promises), però secondo me c'entra abbastanza con le recensioni quelle che uno si domanda "Perché???"

"Due scene si contrappongono in una vertiginosa simmetria degli opposti: Viggo/Nikolai che sembra quasi scannerizzare con il phon i resti di un’uccisione rimessa agli atti, e Naomi/Anna che si acconcia allo specchio con l’asciugacapelli, quasi a ricomporre l’immagine di se stessa, divisa dell’ordine costituito, a ricordare in fondo a tutti noi spettatori, che l’essenziale è davvero invisibile agli occhi."

Da Splatterconteiner.


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Inviato: Gio Gen 31, 2008 6:25 pm    Oggetto:

Perché la fottuta pubblica istruzione obbliga la terza media, perché i maestri insegnano a scrivere?


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Inviato: Gio Gen 31, 2008 8:18 pm    Oggetto:

Accipicchia.


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Inviato: Gio Gen 31, 2008 9:13 pm    Oggetto:

Shizuko ha scritto:
"Viggo/Nikolai che sembra quasi scannerizzare con il phon i resti di..." Da Splatterconteiner.

Oggi ho provato ad asciugarmi i capelli con il mio scanner Epson Perfection 640 U. E' stata comunque un'esperienza di quelle che ti segnano.


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Inviato: Gio Gen 31, 2008 9:21 pm    Oggetto:

risata risata risata


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Inviato: Ven Feb 01, 2008 9:21 am    Oggetto:

Io invece ho provato a mette una foto su internet col phon. S'è sciolta.


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Inviato: Ven Feb 01, 2008 3:39 pm    Oggetto:

Dottor Kurando ha scritto:
Perché la fottuta pubblica istruzione obbliga la terza media, perché i maestri insegnano a scrivere?


E' da mo che l'obbligo della terza media è stato superato Kurà.

Scommetto che ancora sei rimasto a l'esami de riparazione, i ceci e le bacchettate su le mani...


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Inviato: Ven Feb 01, 2008 4:38 pm    Oggetto:

Ti giuro sì.


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Inviato: Sab Feb 02, 2008 9:00 am    Oggetto:

E' stato abolito anche lo scudiscio? triste


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Inviato: Sab Feb 02, 2008 2:16 pm    Oggetto:

Nino ha scritto:
E' stato abolito anche lo scudiscio? triste


No però ora so l'alunni che lo usano su l'insegnanti...


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Inviato: Dom Apr 26, 2009 12:17 pm    Oggetto:

Il caposaldo indiscusso del nuovo millennio, il francese MARTYRS, è dedicato a Dario Argento.
E Argento, malgrado le gemme che ha saputo regalarci in passato, un'opera del genere proprio non se la merita.
MARTYRS fa compiere un importantissimo passo in avanti a tutto il genere horror.
Un miracolo perdio.
Pascal Laugier santo per forza!


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Inviato: Dom Apr 26, 2009 12:31 pm    Oggetto:

No, aspettiamone almeno un altro, ché il primo (Saint Ange) era una mezza cacata.


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Inviato: Dom Apr 26, 2009 12:40 pm    Oggetto:

Mi pare ragionevole.
Ma guarda, sono ancora agitato.
Sto francese è riuscito a scardinare le recinzioni dell'horror e a gettare il cemento armato un po' più in là.
Non ci si crede.
Dal medioevo (partendo idealmente da Hellraiser) all'infinito (chiudendo con Martyrs), dico ti si aprono mondi della madonna.


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Inviato: Lun Apr 27, 2009 6:03 am    Oggetto:

Non c'è niente da fare: l'Europa con l'horror sta avanti. E con "Europa" intendo tutto il continente tranne l'Italia.
E se l'Europa sta avanti, Martyrs sta proprio su un altro pianeta.
Voi amanti dell'horror, vedetevelo!
Vedetevelo e soffrite.
Soffrite al pensiero che un film così l'hanno fatto i francesi e che in Italia manco fra un milione di anni.
Soffrite per la paura e l'angoscia allo stato puro e senza pause di Martyrs.
Io l'ho visto ieri sera e non sapete oggi quanto sono felice di vedere la luce del sole!


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Inviato: Lun Apr 27, 2009 8:18 am    Oggetto:

Shizuko ha scritto:
Soffrite al pensiero che un film così l'hanno fatto i francesi e che in Italia manco fra un milione di anni.

Vabbè che c'entra, noi c'abbiamo le ansie e le paure visionarie di Imago Mortis, ahahahah


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Inviato: Lun Apr 27, 2009 5:04 pm    Oggetto:

E dai abbia pietà der poro Bessoni, c'ha pure offerto a tutti quella cena da nonno zambuia.


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Inviato: Lun Apr 27, 2009 5:57 pm    Oggetto:

a scafu come al solito n'hai capito un cazzo, bessoni una cena ie la deve a chiunque sia andato a vede' imago mortis al cinema

besso', io sto qua che aspetto eh




 




Richie Dagger
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Inviato: Lun Mag 04, 2009 8:02 am    Oggetto:

Dottor Kurando ha scritto:
Sto francese è riuscito a scardinare le recinzioni dell'horror e a gettare il cemento armato un po' più in là.
Non ci si crede.
Dal medioevo (partendo idealmente da Hellraiser) all'infinito (chiudendo con Martyrs), dico ti si aprono mondi della madonna.

Esagerato.




 




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Inviato: Lun Mag 04, 2009 1:33 pm    Oggetto:

Sei adorabile poiché vieni a stanarmi anche dopo anni

ho letto che fra una mesata il film esce pure nei cinemi italiani

e ovviamente ribadisco con vigore il mio punto di vista: non è solo un film bello, ma anche importante.


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Inviato: Lun Mag 04, 2009 2:40 pm    Oggetto:

Hihihi

comunque idealmente sì ad Hellraiser (anche se ha un finale che rovina tutto) ma rilancio con They came from within.




 




Dottor Kurando
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Inviato: Lun Mag 04, 2009 3:23 pm    Oggetto:

Perbaccone, ti riferisci a Il demone sotto la pelle.


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Inviato: Lun Mag 04, 2009 3:35 pm    Oggetto:

Anche se forse il primo vero horror sulla resa e sul martirio (e che quindi non mira ad esorcizzare il suddetto orrore) è proprio il caro vecchio Nosferatu di Murnau

pensiamoci e discutiamone tra quattro mesi, ciao




 




Richie Dagger
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Inviato: Ven Set 04, 2009 7:23 am    Oggetto:

Sì, in definitiva un gran bel film
forse aiutato un po' dal fatto che ti aspetti il solito torture-porn (o ancor peggio il solito terror francese) e invece no
però si regge bene sulle sue gambe anche a prescindere.




 




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Inviato: Ven Set 04, 2009 8:25 am    Oggetto:

AHAHAHAHAHAHAH


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Inviato: Ven Set 04, 2009 1:45 pm    Oggetto:

ihih


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Inviato: Dom Giu 06, 2010 9:15 am    Oggetto:

Festival del cinema di Roma, Dario Argento va di casa in casa a spaventare di persona la gente.

Daniele Luttazzi, da La guerra civile fredda.


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Inviato: Lun Giu 07, 2010 8:35 am    Oggetto:

conosci ntvox.blogspot.com, doc? dove si parla dei plagi di luttazzi?




 




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Inviato: Lun Giu 07, 2010 8:40 am    Oggetto:

Edua, grazie non sapevo una mazza.
Ora mi fo un'idea e poi così, per puro spirito di coerenza, vado a prendere a ironiche sediate Luttazzi.


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Inviato: Lun Giu 07, 2010 8:47 am    Oggetto:

eh ho visto che c'è pure un post nuovo con nuove prove delle balle che ha raccontato per giustificarsi, tristezza




 




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Inviato: Lun Giu 07, 2010 11:22 am    Oggetto:

Che poi Edweena è sempre stata una fan di Luttazzi ma adesso che lo stanno a sputtanà ie da' addosso de brutto.

Vatte a fidà.

(de Luttazzi e de Edweena)




 




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Inviato: Lun Giu 07, 2010 12:38 pm    Oggetto:

ahah il poro berto. pure a me me piaceva luttazzi UNA VOLTA poi pensa si puo' persino cambiare idea (tipo dopo la polemica sui griffin) dico si puo' essere CANGIANTI a meno che non sei un vecchio co lo scleròs nei vasi sanguigni, tipo te


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Inviato: Lun Giu 07, 2010 3:50 pm    Oggetto:

Visto che è un poco di buono da oggi lo chiamerò Lutazi.
Comunque il Lutazi mi fa troppo ride.
Tipo questa, sempre dal suo libro (sempre se la battuta è sua).

Era un circo povero. Come attrazione avevano l'Uomo Barbuto. E un solo leone, cui il domatore legava la coda alla gabbia prima di entrare.


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Inviato: Lun Giu 07, 2010 11:34 pm    Oggetto:

a me mi faceva ride quella tipo che dice tipo tre uomini entrano in un bar. un prete, un pedofilo, un omosessuale. e questo è solo il primo uomo

o forse non era cosi' pero' a me piace ricordarla cosi', quindi in caso bravo io (ma l'ho plagiata da lutazi, eh)


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Inviato: Gio Giu 10, 2010 9:15 am    Oggetto:

"Satyricon" fa un passo oltre: gli ospiti vengono coinvolti in sketch umoristici. Una mia idea, che nessun talk-show americano ha."
Sì beh certo, io una volta ho infilato una banana in un rotolo di carta igienica e giuro faceva riderissimo, ma ho il sospetto che buona parte del merito sia di chi ha inventato la banana e di chi ha inventato la carta igienica.
Seguo Letterman in maniera discretamente continua da sette anni e ho visto spesso gli ospiti coinvolti negli sketch
quel maledetto bastardo americano coi calzini bianchi deve aver visto Satyricon...


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-Ma manco per il cazzo.

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and then steal his helmet.
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edweena
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Inviato: Gio Giu 10, 2010 9:29 am    Oggetto:

Per ricordare:

Mi scoccia moltissimo quando sento una mia battuta detta da un altro comico, per un semplice motivo: una battuta in fondo io la considero una sorta di piccola poesia. C'è un piccolo artigianato nel confezionare una battuta. Le regole più o meno sono le stesse: precisione, esattezza dei termini, un po' di ritmo, molta invenzione ovviamente. E mi scoccia quando sento un comico che dice una mia battuta perché è come se un poeta dicesse un suo componimento e poi finisce con "e mi illumino d'immenso". No! non puoi farlo, l'ha fatto un altro, inventati un'altra cosa. E allora! [...] I comici sono una specie di setta, così come i maghi fondamentalmente, cioè fra di noi ci conosciamo tutti quanti, sappiamo quali sono i monologhi l'uno dell'altro, sappiamo chi inventa, sappiamo chi copia, tutto quanto, c'è una gerarchia ben stabilita ecc... così come i maghi, i maghi sanno chi fa i trucchi, chi copia ecc... ORA ESISTE UNA DEONTOLOGIA: NESSUN COMICO COPIA MAI LE BATTUTE DI UN ALTRO COMICO. E' VIETATO PERCHE' E' L'UNICA COSA CHE ABBIAMO. CI SI PICCHIA QUANDO CAPITA, CI SI STRANGOLA, SIAMO DEI KILLER FONDAMENTALMENTE SE CAPITA UNA COSA DEL GENERE. [...] NOI DICIAMO COSE NUOVE.
- DANIELE LUTTAZZI (Adenoidi, 2003)




 




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Inviato: Gio Giu 10, 2010 9:32 am    Oggetto:

Ahahahahahah però fa riderissimo questa, bravo Daniele!


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Inviato: Gio Giu 10, 2010 9:34 am    Oggetto:

Sempre che fregare le battute a un comico straniero non sia come fare le corna in un posto dove il prefisso è diverso dal tuo
e allora vale tutto, si sa


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Inviato: Gio Giu 10, 2010 9:36 am    Oggetto:

Che tra l'altro non è una cosa mia
lo dicono in Road Trip


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Inviato: Gio Giu 10, 2010 4:44 pm    Oggetto:

Da una parte sta cosa di Lutazi me la fa prendere pure un po' bene, me lo rende più umano cazzo, perché mi dico... porca puttana, a questo gli riescono tutte, studia medicina, ci riesce e poi cambia tutto e diventa il genio della satira. Cioè mica cazzi.
Dietro le sue performance c'ho visto dietro sempre una grande preparazione.

A parte che mi sa che ero l'unico a stare all'oscuro di tutto, ma poi a Edua chiedo...
essendo la questione abbastanza estesa in lungo e in largo, il Daniele come si difende?



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Inviato: Gio Giu 10, 2010 4:47 pm    Oggetto:

Male Kura', male.


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Inviato: Gio Giu 10, 2010 4:52 pm    Oggetto:

Oddio che paura Porcolì.
Mi stai a dì proprio l'omo demmerda?

E tutto questo mentre sto terminando di leggere il suo La Guerra Civile Fredda.
Ah, quanta ironia!


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Inviato: Gio Giu 10, 2010 5:03 pm    Oggetto:

Eeeeehhhh, è la classica cosa che per uno che ha letto tutta la questione per bene è evidentissima l'evasività delle risposte. Anzi, secondo me si sta a sputtana' più con la difesa che con il "reato" in sé, e infatti la gente si sta a accani' a morte proprio per quello. Un po' come quando i Metallica hanno rosicato per Napster: il giorno dopo l'avranno scaricati 5 miliardi di persone.


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Inviato: Gio Giu 10, 2010 5:05 pm    Oggetto:

Che poi boh, mi fa specie che uno che usa il web da tanto tempo non ha ancora capito che su internet è come sulle sabbie mobili, più te agiti e più vai a fondo.


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Inviato: Gio Giu 10, 2010 5:07 pm    Oggetto:

Come la merda. Più la tocchi e più puzza.


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Inviato: Ven Giu 11, 2010 4:53 pm    Oggetto:

Porcaeva, in pochi giorni s'è scoperchiato l'inferno.
Che poi quella battuta su Argento che ho messo qui è stampata nelle ultime pagine del libro. Stavo al cesso, mi è andato l'occhio su quella battuta e mi è presa a ride. Poi Edua mi ha fatto scoprire quel sito che solo io non conoscevo e in poche ore è scattato il pandemonio.
E in tutto questo mi mancano ancora una ventina di pagine che sto leggendo con un po' di dispiacere.
Cazzo, dichiararsi come colui che riadatta i must americani sarebbe stata la meglio cosa, invece s'è lanciato sulle callate dell'artigianato difendendo a spada tratta la sua originalità. Cioè così è troppo perdio, troppo spudorato e matto. Ma come minchia pretendi che il web non ti faccia il culo.


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Inviato: Ven Giu 11, 2010 5:05 pm    Oggetto:

Ma infatti il problema secondo me non è tanto il modo che ha scelto per difendersi, il problema è proprio il fatto che si è difeso. Non ti puoi difende dal nero su bianco, non esisteva modo al mondo in cui avrebbe potuto "difendersi", meno che mai quello che ha scelto. Aveva due opzioni: stasse zitto oppure chiedere scusa. Difendersi da una cosa così mortalmente inequivocabile è da pazzi.


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edweena
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Inviato: Ven Giu 11, 2010 6:09 pm    Oggetto:

leggendo i commenti non ricordo dove qualcuno ha ricordato che luttazzi prima del sito attuale ne aveva uno fatto apposta in flash per far sì che la gente non potesse fare copia e incolla dei suoi post e battute
ahaha




 




erre-i
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Inviato: Sab Giu 12, 2010 10:41 am    Oggetto:

ahahah, ma soprattutto poro lutazi che c'ha contro eduina


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Inviato: Sab Giu 12, 2010 1:55 pm    Oggetto:

Occhei, cambiamo titolo a questo topic.
Tanto Argento è finito.

Daniele Lutazi con tre battute sue ha sculato tutta la vita.


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Inviato: Sab Giu 12, 2010 1:58 pm    Oggetto:

Che poi nell'ultima parte del libro sto pure a ride parecchio.
Che birba questo Lutazi.


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Inviato: Mer Giu 16, 2010 12:07 pm    Oggetto:

AH AH AH AH AH AH AH AH e pensare che le scuregge di luttazzi sono stata la formazione politica del 90% dei ragazzetti che parlano di politica, che gioia, in realta'dicevano le cose contro l'americani dette dall'americani AH AH AH AH AH
che riso polemico questoggi




 




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Inviato: Mer Giu 16, 2010 12:13 pm    Oggetto:

AH AH AH AH rido nuovamente, adesso esce un blog che dimostra che berlusconi aveva ragione lui e il papa era bravo ed E'LA FINE di facebook e del pigneto




 




erre-i
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Inviato: Mer Giu 16, 2010 11:54 pm    Oggetto:

ahahah mortacci tua quanto rido.
e' vero quello che dice panz, cioe' che per un sacco di persone lutazi era diventato una specie di RIFERIMENTO politico tipo, ma SUL SERIO cioe' non e' una battuta, tipo che dici vabbe' chi salva sto paese sara' lui, ah no forse mi confondo quello era beppe grillo, e in effetti questo spiegherebbe l'odio di viscere che si sentiva in giro che io dicevo ok famise tre risate sul lutazi, tiramoie le palle di mollica la prossima volta che annamo in pizzeria e lui e' il cameriere perche' ormai giusto quello. invece vedevo proprio il fervore antilutazi, tipo quelli che prima iannavano a porta' l'omaggi e i cesti natalizi a palazzo venezia e ora gli sputa addosso alla salma a piazzale loreto
che gentacce come sempre da sempre, l'italia


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Inviato: Gio Giu 17, 2010 12:16 am    Oggetto:

erre i me capisce




 




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Inviato: Gio Giu 17, 2010 9:09 am    Oggetto:

sono riuscito a capire una cosa che non mi spiegavo, cioe' l'ASTIO FEROCE tipo quando si creano i capannelli co le forche dinanzi all'asili che i maestri menavano i fii.
e mi sembrano due facce della stessa medaglia. e' chiaro che i fan di lutazi e' un mondo vasto e variegato, ma direi che tra quelli con la fiducia del riferimento VERO in lutazi mi pare si possa fare una distinzione tra quelli SERIAMENTE di coccio fino all'ultimo, che difendono il loro idolo per le cose l'impegno berlusconi e via dicendo (e vabbe' su questi manco mi soffermo, ma appunto era la categoria dei COCCI che non avevo faticato a spiegarmi) e quelli un po' piu' intelligenti che hanno capito che la difesa e' impossibile, ma appunto sviluppano l'astio del TRADIMENTO anche personale, tipo io quando ho scoperto che quel centro sociale non chiariva i rapporti coi servizi segreti e pe un par d'anni li abbiamo rincorsi per tutta roma anche con strani arnesi medievali nelle mani, finche' non so' spariti

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Inviato: Gio Giu 17, 2010 5:22 pm    Oggetto:

come ha scritto un tizio su comedysubs, finché luttazzi si confrontava via mail con una persona per volta (che magari non era così preparata da smentirlo) riusciva a rigirarsela un po' e la cosa finiva lì, una volta che più gente con la giusta competenza si è organizzata non si è più potuto difendere con le sue argomentazioni da capiscione e pure i fan trovando millemila pagine di prove non hanno più avuto scuse e si sono incazzate per le cose di persona che si pone al di sopra della morale tipo le cose dei preti che quando fanno cazzate laggente si arrabbia di più rispetto a quando le cazzate le fa il verduraio




 




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Inviato: Gio Nov 18, 2010 11:01 am    Oggetto:

- Aho ma i soldi ci stanno, sì? Siamo sicuri eh?
- Sì sì, ce stanno ce stanno, non se preoccupi dottor Bro'!


Adrien Brody Sues to Keep Dario Argento's Giallo from Being Released

Even though famed horror auteur Dario Argento is set to release his latest thriller Giallo on DVD this week, star Adrien Brody is suing for the sum of $3 million in an attempt to stop the movie from seeing distribution. The actor alleges that producers lied to him in order to keep him from walking off the set.

The Hollywood Reporter states that Adrien Brody signed a "pay or play" contract to appear in the project, but soon discovered that Giallo was under funded, and that producers had failed to pay upwards of $640,000 into an escrow account. Brody was prepared to walk away from the set, but instead signed a new contract that deferred his paycheck in exchange for having the "absolute right to withhold consent to the use of his likeness in the Picture" until he was paid in full.

Last Thursday, Adrien Brody claimed in federal court that he had never been paid for appearing in Giallo, and that producers claims of new funding on the project at the time he signed his new contract were fraudulent. When Brody tried to apply his contractual obligation to withhold Giallo from release, producers ignored him.

According to The Hollywood Reporter, Adrien Brody "wants a permanent injunction against distribution of the film as well as the $640,000 he's owed, plus $2 million more for breach of contract, breach of fair dealing, fraud, and misappropriation of his publicity rights."


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Inviato: Gio Nov 18, 2010 2:31 pm    Oggetto:

Baro Argento.


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